Blog di Gennaro Gelmini

L’ho fatta io, Gennaro Gemini, avevo della farina e bene, faccio la focaccia, ho impastato la farina con l‘acqua e un pizzico di sale, che in questo caso meglio non esagerare, che mentre ad esempio nell’acqua della pasta, di sale ce ne vuole un cucchiaino colmo, poiché il sale si disperde nell’acqua, nella pasta salata ce ne vuole veramente poco, aggiungendo in più un dado di lievito di birra, che prima si farà sciogliere in un bicchiere d’acqua.

Graduate comunque l‘acqua, mettetene il necessario di tanto in tanto per quanto occorre ad impastare, in modo che venga un impasto né troppo molle, né troppo duro.

Lasciate poi riposare l’impasto quanto occorra per crescere un pochino, ma poco, un’ora o 2 ore più o meno, quindi impastatelo nuovamente e fatelo nuovamente riposare per un’ora o 2 ore all’incirca.

Infine l’impasto cresciuto ponetelo in una teglia precedentemente imburrata, per evitare che la focaccia vi si attacchi e piazzate sull’impasto delle fette sottili di pomodoro, ponendole dappertutto, infornate a 200°C circa per 20 minuti circa, ciò dipenderà anche dallo spessore della focaccia e dal quantitativo d’acqua della stessa, stando attenti di evitare che diventi troppo cotta o rimanga troppo morbida e non cotta, c’è chi la punge con una forchetta per provare la cottura, io con una certa esperienza la tocco su bordo con le dita, evitando di toccare la teglia e le pareti de forno, responsabilità vostra evitare di scottarvi e in breve, Buon appetito!

A presto con articoli dai temi scottanti, metaforicamente scottanti, mentre questa focaccia scotta per davvero, a chi può sembrare che sto perdendo tempo, sappiate che dobbiamo pure mangiare e comunque questa focaccia che io stesso Gennaro Gelmini ho fatto, l’ho infornata quache settimana fa, mentre stavo pensando a come procedere e certamente, sempre avanti, immancabilmente.

Nelle foto: la focaccia cotta e prima di essere infornata.

Stavo pensando “è fatta!” Una giornata in cui potevo stendermi su di una sdraio a prendere a tintarella vestito, però il dovere chiama, che a tal punto arrivati, occorre continuare a fare più cose possibili nel minor tempo possibile, fino alla rivelazione, mi sto adoperando.

Il perché sul doversi muovere è presto detto, che nel secolo scorso, quando si parlava di Giorni della Merla, c’era sempre qualcuno, non io, che urlava “i Giorni della Merla!” Però con la D al posto della lettera L, d’altronde nel 1900 qui nel Nord d’Italia era sopravvivenza, poiché lo sferzare dei venti freddi da nord dalla Russia, dalla Siberia, era lanciante, che nelle nostre città significava restare sotto gli 0°C anche di giorno.

Dovevo abbandonare la mia cameretta e mettermi a dormire su divano, perché la cameretta, pure con i caloriferi accesi e al massimo, diventava comunque una ghiacciaia e sopravviverci era impossibile, i giorni della Merla, quelli che intercorrono tra il 29 e il 31 gennaio, pure per me Gennaro Gelmini erano di sopravvivenza, però io non me ne lamentavo, nel’attesa che a Pasqua avrei potuto adagiare finalmente il maglione nell’armadio, rimandandolo all’inverno successivo.

Oggigiorno, siamo nel 2018, i Giorni della Merla 29, 30 e 31 gennaio, non sono così freddi come un tempo, ma vedete?

Possono mostrarvi la neve che vogliono sopra le montagne, ma poi debbono pure mostrare il luogo sul quale sarebbe dovuto sorgere il palazzo della sede dell’Agenzia Europea del Farmaco in Olanda e vedete i muratori intenti a badare al cemento da immettere nelle sue fondamenta, stare su di un terreno umido ma mai gelato, senza neve, che se volete trovare gli 0°C, certamente li trovate a Mosca in Russia, lì però un tempo si andava sotto lo zero anche di 40° Centigradi.

Nelle foto: la Valle Olona a Malnate ieri 29 gennaio 2018 alle ore 17, pervasa da un clima insolitamente mite per il periodo e in alto a destra la Luna brillare nel cielo.

La Senna a Parigi è ai livelli di guardia, il principale fiume francese per fortuna non è uscito dagli argini nella Capitale Parigi, però si spinge appena al di sotto dei ponti della città.

Logica la situazione, perché negli anni scorsi a gennaio nevicava anche in pianura, così sapete bene che la neve è acqua allo stato solido che proprio per questo si mantiene in loco, invece piovendo l’acqua si riversa nei fiumi, inondando campi e città.

Stessa situazione la possiamo vedere in Italia in provincia di Como al confine Elvetico, le montagne sono innevate a 1000 metri, mentre altre montagne di altitudine inferiore sono sgombre da neve, le foto free sono di ieri 27 gennaio 2018, fatte da me medesimo Gennaro Gelmini in Viale Belforte a Varese, è evidente la trasformazione che il Mondo sta subendo, mentre ai meteo vedo che le temperature e comunicano sempre meno spesso, noi però un termometro a cui riferirci ce l’abbiamo sempre.

Il terremoto in Alaska 7.9° Richter, oltre al ballo per la scossa, ha subito il balletto delle cifre, da 8.2° Richter calcolati inizialmente scendendo di 0.3°, cosicché per quello 0.1° risulta un terremoto di non terribile rilievo, che adesso che iniziano a tenerne conto dagli 8° Richter, momentaneamente un tentativo di normalizzazione la fa da padrona, inutilmente, pure per questo evento avvenuto oggi 23 gennaio 2017, siccome in precedenza si sono registrati i 6.3° Richter di un terremoto avvenuto al confine tra Cile e Perù proprio durante la sua Visita di Papa Francesco, che in grazia di Dio non ha avvertito in loco la scossa mentre diceva Messa e i 6.3° Richter nel Golfo di California, Messico, il 19 gennaio 2018, ovvero si sta muovendo tutta la faglia da quelle parti, sintomo di nuovi fortissimi terremoti nell’area del Continente Americano rivolta all’Oceano Pacifico (chissà che riusciranno a tradurre adeguatamente negli USA, vorrei scoprirlo).

Spostandoci poi dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, troviamo che il Vulcano Kusatsu-Shirane si è risvegliato improvvisamente in Giappone, mentre degli sciatori stavano serenamente praticando il loro sport, causando una vittima e 10 feriti colpiti dai lapilli dell’eruzione.

Nelle Filippine sono ospitate in 46 campi allestiti sull’Isola di Luzon, oltre 55.000 abitanti fuggiti all’eruzione del Vulcano Mayon di questi giorni e proprio oggi stesso 23 gennaio 2018 è pure avvenuto un terremoto di 6.0° Richter in Indonesia.

Intanto in Italia si assiste ai raggi che sciogliendo la neve causano valanghe in alta Valle Venosta a Vallelunga, in Trentino Alto Adige, che prima isolano e successivamente fanno evacuare un centinaio di persone.

Con video. With video. Ci accingiamo a cucinare gnocchi, stavolta gnocchi alla fonduta e sono venuti talmente bene, che ci viene l’acquolina in bocca, la ricetta non è complessa, si tratta di fare gli gnocchi scolandoli quando affiorano e metterli in forno con sopra una crosta di formaggio e panna da cucina a 200° Centigradi finché il formaggio si scioglie sopra gli gnocchi.

La chiamano cucina creativa, ma la ricetta originale è dei nostri nonni, nostri, vostri, di tutti, una cucina di campagna.

Ed ecco, Gennaro Gelmini e Youtuber Maury si apprestano a fare del loro meglio in cucina!

Ed ecco il video, con tutta la spiegazione della ricetta classica “Gnocchi alla fonduta”, per il video “Giovedì gnocchi e racconti Urbex Story Thursday dumplings”, visibile qui sotto oppure in alternativa per le connessioni short, ridotte, che non lo visualizzino qui sotto, al link https://www.youtube.com/watch?v=osgLx7oByvo 

Ulteriormente e possibile visionare i video di Youtuber Maury inerenti la cucina degli gnocchi alla fonduta e i racconti Urbex ai seguenti titoli e link:

“In cucina con Maury #gnocchi alla fonduta 1 parte”:

https://www.youtube.com/watch?v=inpq94hUlr0 

“In cucina con Maury #gnocchi alla fonduta 2 e 3 parte”:

https://www.youtube.com/watch?v=_A_cYaRZeMY 

“Il salotto dell’Urbex di Maury e Gelmini”:

https://www.youtube.com/watch?v=ofcxQqPVjag 

“Il salotto dell’Urbex parte due e Auguri di Buon Anno”:

https://www.youtube.com/watch?v=vU-KuC5h_pk 

Buona visione.