Per la Giornata della Memoria siamo saliti con gli amici al Monte Tre Croci, di poco più basso della vetta del Campo dei fiori, montagna soprastante la città di Varese, al Memoriale dei Caduti durante le Guerre Mondiali.
La gente saliva in gruppi alla spicciolata, aria buona e nulla che ci mancasse, eravamo arrivati dove volevamo, partendo dal Sacro Monte di Varese.
Nei pressi, tra il Grande Albergo Campo dei Fiori, ai tempi Albergo Paradiso e la vetta, di 1227 metri sul livello del mare, c’è pure un rifugio per mangiare qualcosa, ma noi abbiamo preferito tornare in città per andare a fare merenda, che tanto eravamo in montagna da almeno 5 ore.
Da quando stiamo tra guerre e rumori di guerre come si dice, notiamo che pure i grandi non ce la fanno a realizzare la pace, allora noi piccoli che possiamo fare?
Io, essendomi ripreso e anche bene, sarei potuto andare in Ucraina per gli aiuti umanitari, invece non ci sono mai andato, che avendo superato ogni patologia mortale, mi sento in forze per partire, però non parto, poiché l’esempio di un mio compagno di classe mi fa desistere.
Lui si, andò, appena maggiorenne, assieme ad un suo professore di scuola, a farsi partecipe di portare i bambini orfani da ciò che rimaneva delle loro case bombardate al più vicino orfanotrofio, una missione alquanto difficile, dovendosi fare largo a slalom tra le bombe, schivando i cecchini e comunque gli andò bene, ma provava una fitta al cuore in quei momenti, continuando a svolgere la sua missione guidato da quell’istinto alla vita che dovremmo avere tutti, anche se così non è e se non riusciva ad arrivare alla meta si disperava, doveva riuscirci!
Si trattava allora della guerra in Jugoslavia, una guerra feroce, con migliaia di vittime in tabula rasa, che i contendenti il territorio organizzavano sia su di un fronte che sull’altro.
Adesso noi piccoli possiamo fare qualcosa per la pace?
Io non parto, Gennaro Gelmini non parte, per la guerra non parte.
In precedenza un altro nostro compagno di classe, amico, fratello, perse la vita per la leucemia, ecco che questo secondo nostro compagno di classe, amico, fratello, di ritorno da quella missione in Jugoslavia, perse anche lui la vita, poiché per ciò che aveva visto e vissuto, che gli compariva tosto alla mente, indelebile, il cuore non gli resse più e un infarto lo precipitò alla tomba, rimanendo a noi vivi un dispiacere incolmabile, potrei adesso io partire?
Non è la mia ora!
Non se ne parla proprio, anche se la pace ci chiama a fare qualcosa per i paesi in conflitto, non posso partire, la mia missione è un altra, occorrendo che almeno il terzo di noi rimanga vivo, ovvero, io Gennaro Gelmini ho già rischiato troppo, non me ne va di rischiare di nuovo, sapendo a cosa andrei incontro, per me, per mia madre e per quanti hanno fatto di tutto per tenermi in vita, vi ringrazio, grazie anche a quanti stanno portando il loro sostegno umanitario ai paesi in conflitto, loro si, partono lo stesso rischiando la vita.
Nelle foto: Gennaro Gelmini al Monte Tre Croci, sul versante est del Monte Campo dei Fiori, mentre indica in direzione del Monte Generoso, lo scorso 11 novembre 2023 per la Giornata della Memoria e il panorama ad est del suddetto monte, appunto da me indicato.